NOT HYBRID BUT FROM OPEN POLLINATION

... da semi di vita infinita!
Il sapere contadino su cui, in un tempo non molto lontano, si basava l’organizzazione dell’azienda agricola, è stato svilito e in buona parte rimosso dall’opera propagandistica dell’agricoltura industriale che, sin dai suoi albori, ha attuato ogni misura per rendere gli agricoltori dipendenti dall’acquisto dei prodotti da essa commercializzati.
L’esempio forse più noto è quello dei semi geneticamente modificati (OGM) resistenti agli erbicidi prodotti dalle stesse compagnie multinazionali cui appartengono le ditte sementiere: gli agricoltori sono quindi costretti a comprare continuamente sia i semi che gli erbicidi!



Altrettanto proficua è la vendita dei semi ibridi, originati da incroci di linee pure di piante ottenute artificiosamente, che sviluppano colture uniformi con elevata produzione (vigore dell’ibrido) i cui frutti, però, racchiudono semi il cui utilizzo, nell’annata successiva, non darebbero un raccolto. Per di più, al fine di produrre gli ibridi in modo più economico, si ricorre alla Sterilità Maschile Citoplasmatica (CMS) carattere che viene trasmesso in laboratorio tramite fusione cellulare! E’ con questi forzati stratagemmi che l’industria sementiera si garantisce la vendita dei semi di anno in anno!
I danni provocati dallo sfruttamento delle colture e dall’uniformità genetica sono evidenti: alcune varietà stanno già scomparendo e la mancanza di diversità genetica rende i raccolti più vulnerabili a parassiti e malattie!

Eppure, la conservazione e l’utilizzo dei propri semi era una pratica ordinaria nelle famiglie contadine, spesso affidata alla saggezza degli anziani. Si trattava di semi da impollinazione aperta, liberi di incrociarsi con le erbe spontanee loro affini, da cui recepivano i caratteri di vitalità adatti al territorio di coltivazione, al clima, al suolo, agli insetti e alle malattie e permettevano di raccogliere un prodotto gustoso, nutriente, poiché chi le selezionava valorizzava questi aspetti. E’ così che entravano nella tradizione culinaria regionale varietà come la cima di rapa Barese, il finocchio di Isola Capo Rizzuto, il peperone Papaccella Napoletano, il cavolfiore verde di Macerata, la zucca Beretta Piacentina, e via dicendo… l’opera della tradizione contadina ha impreziosito e ampliato la biodiversità agraria!
Il Marchio "Open Pollination"
C’è una parte dell’umanità pronta a seminare di nuovo la terra con coscienza e consapevolezza… noi di Cosmo-bio vogliamo contribuire a questa ri-evoluzione: per questo abbiamo pensato a un marchio che distingua i nostri ortaggi non ibridi nati “da semi di vita infinita”, affinché il consumatore sia informato e possa essere fruitore e sostenitore di questa missione, appropriandosi della capacità di scegliere in modo consapevole.

Il Logo
Alla base, a mo’ di noduli radicali, i simboli del maschile e femminile che, andando verso l’alto, possono naturalmente incrociarsi all’infinito per dare origine a semi vitali e fertili. Questi semi conservano la loro missione di eternare la vita! Sono soggetti agli impulsi stagionali degli astri rappresentati dai dodici raggi arcuati disposti attorno al seme di zucca ad indicare l’immersione nel vortice cosmico.

Ortaggi non ibridi coltivati da
Cosmo-bio
Barbabietola rossa, Bietola verde e colorata, Carciofo, Cavolfiore bianco, Cavolo rapa, Cicoria, Cipollotto, Finocchio, Melanzana, Peperone, Pomodoro, Porro, Sedano, Zucche.
